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domenica 27 dicembre 2020

METEORA

 Avevo conosciuto Meteora a una festa di cento persone stipate in quattro locali. Nell’aria satura di fumo c'era odore di sesso. Mi trovai vicino a una tipa che sorseggiava birra appoggiata allo stipite di una porta. Dieci minuti più tardi, nel buio di uno sgabuzzino, discutevamo del mio abbandono dell'università. Alzando le spalle la tipa disse: “Dovevi ucciderlo” con una naturalezza che mi fece sorridere. Analizzammo i pro, i contro, la possibilità di farla franca e alla fine abbozzammo un piano per far fuori il mio vecchio prof. di farmacologia, quello che mi aveva tolto la voglia di studiare.

Non mi pento di nulla. Quel bastardo meritava di morire non una ma dieci volte. Faceva tribuna politica, l'accattone, invece di insegnare. Approfittava della cattedra per fare comizi. A fine ora avevo il quaderno pieno di greche e arzigogoli, con una formuletta chimica in fondo alla pagina dettata gli ultimi cinque minuti da mandar giù a memoria. Per seguire le lezioni prendevo un permesso che faceva storcere il muso al mio datore di lavoro, e parcheggiavo in divieto di sosta per arrivare in orario. Sette multe mi era costato quel corso per sentirmi dire all’esame che non avevo capito, che dovevo ricominciare dalle basi, che avevo gravi lacune…

Meteora sapeva capire, e quella sera nello sgabuzzino interpretò il mio sfogo come un segnale. Mi disse che avevo bisogno di crescere e che solo assecondando il destino mi sarei liberato da tutte le ansie. Mi giurò che non avrei più avuto attacchi di panico e non sarei più rimasto inerme, con il cuore a mille e la costrizione toracica ad aspettare che il respiro tornasse normale, se solo avessi sfogato quell’accumulo di energia nell’unico modo possibile.

Il piano funzionò. 
Mi stupì la naturalezza con cui Meteora cominciò a seguire farmacologia spacciandosi per aspirante biologa. A fine lezione, si fermava per chiedere spiegazioni al tricheco sull’argomento politico all’ordine del giorno; lo faceva fingendosi timida. Piegandosi in avanti, capitava che il decolletet le cadesse un po’ troppo; allora tirava su la maglietta facendo in modo che il seno ballonzolasse davanti agli occhi del vecchio.
 
Chissà quanto Viagra aveva in corpo la sera della sua fine, quel panzone. 
«Mi piacerebbe approfondire l’argomento con calma» gli aveva sussurrato Meteora il giorno prima, ponendo un significativo accento sulla parola approfondire. Lui si era guardato intorno, prima di rispondere: «Volentieri, conosce un posto appropriato?»
Certo che lo conosceva: la vecchia cascina dei nonni. Isolata, in mezzo alla campagna.

Tutto finì per via di una stupida discussione sull’opportunità di andare a vivere insieme. 
Meteora. 
Quel giorno mi mise alle strette con uno sporco ricatto: avrebbe spifferato tutto se non avessi accettato le sue condizioni: prima, andare a vivere insieme e poi il matrimonio. Non subito, certo. Il tempo di organizzare… la chiesa, il ristorante, gli inviti. Nel giro di un anno si poteva fare, mi disse. 
Meteora, poverina. 
Voleva sposarmi perché programmata a cercare marito, non certo per le mie qualità, assenti da tutti i punti di vista. Potevo essere un buon amante in certi momenti ma finiva lì. E lei lo sapeva benissimo. Ma lei era programmata. Come una mosca che cerca ostinatamente di sfondare un vetro, andava avanti per la sua strada, anzi per la strada che qualcun altro aveva tracciato per lei. Quando cercai di farglielo capire a momenti mi uccide. L’avesse fatto, oggi sarebbe ancora viva. E magari sposata.

Dopo la mia morte, vorrei che il mio cervello sia esaminato. Certamente vi troveranno il motivo per cui continuo a fare cose che non voglio; e riusciranno a capire perché vengo assalito da impulsi così irresistibili. Allora sapranno che non ho mai avuto colpe; e capiranno che sono sempre stato la vittima di me stesso e delle mie stesse esperienze.
 
Quella notte, finii una bottiglia di Jack Daniel’s vegliando il cadavere della mia ex.
Meteora. 
Appunto.

lunedì 2 luglio 2018

Cosa sono le ONG, da chi vengono finanziate e perché trasportano migranti dalla Libia all'Italia



Le Ong (Organizzazioni Non Governative) sono organizzazioni che operano in maniera indipendente dagli Stati e dai governi internazionali e presentano i seguenti tratti distintivi:

1.       Sono gestite da volontari;

2.       Sono finanziate da fonti private tramite donazioni;

3.       Non hanno fini di lucro.

mercoledì 20 giugno 2018

martedì 22 maggio 2018

La buona notizia è che siamo solo macchine che processano dati



La Storia è una concatenazione di fatti, ciascuno dei quali rappresenta l’effetto di una causa precedente e la causa di un effetto successivo. A patto di conoscere tutti gli elementi che entrano in gioco, il susseguirsi delle vicende umane è prevedibile e questo appare tanto più evidente quanto più ci poniamo in una situazione di distanza: da una prospettiva molto elevata risultano chiari, ad esempio, i corsi e ricorsi storici. Ma se ci avviciniamo diventa tutto offuscato, complicato, difficile e imprevedibile.
Eppure, anche a questo livello è la matematica a determinare i fatti.

venerdì 20 aprile 2018

Ecco perché l'America, giustamente, non prese il nome da Colombo

Millequattrocentonovantadue: Cristoforo Colombo parte dalla Spagna verso occidente in cerca di una nuova rotta per l'Asia orientale. Secondo i suoi calcoli, il Giappone avrebbe dovuto trovarsi a circa 7000 Km a ovest delle coste spagnole.

venerdì 6 aprile 2018

Agnello di Dio, che Togli i Peccati del Mondo


L’origine del termine capro espiatorio è da far risalire alla cultura ebraica e precisamente a quel giorno dell’anno che si chiama Kippur, ovvero giorno dell’espiazione.
Durante il Kippur, il popolo conduceva al tempio due caproni: uno, era sacrificato d Dio, mentre l’altro veniva destinato ad Azael, il demone del deserto. Il caprone regalato a Dio veniva ucciso, quello per Azael veniva lasciato nel deserto, ma solo dopo che il Sommo Sacerdote gli aveva passato tutti i peccati di cui la comunità si era macchiata.
Il capro espiatorio, gravato così di tutte le colpe, veniva sacrificato per la salvezza di tutti.

sabato 31 marzo 2018

Freud e il Pensare Positivo

Il pensare positivo, che da molti anni ormai domina la scena della crescita personale, è una tecnica che promette di farci raggiungere il successo. Alla base, vi è l'idea, mai messa in evidenza, che il nostro inconscio abbia capacità illimitate e sia perfettamente in grado con i suoi potenti mezzi di farci arrivare dove vogliamo.

lunedì 26 marzo 2018

Il Doppio Filo della Comunicazione Umana


Nella sua opera "La Psicologia dei Popoli" Wundt studia il ruolo della cultura nella costruzione delle funzioni psicologiche superiori, giungendo a dimostrare una cosa ovvia al giorno d'oggi, cioè che l'ambiente culturale ci plasma.

lunedì 19 marzo 2018

Razze, Culture, Ecologie


L’idea di superiorità razziale è ancora molto comune a vari livelli di consapevolezza, e serpeggia con relativa regolarità in ogni popolo o gruppo vincitore.

mercoledì 14 marzo 2018

L'Oca Martina e il Circuito Atavico della Superstizione


Konrad Lorenz è considerato il fondatore della moderna etologia scientifica. Nel 1973 ricevette il premio Nobel per la medicina e la fisiologia grazie ai suoi studi sulle oche selvatiche. L’ochetta Martina, in particolare, divenne famosissima perché permise allo scienziato di scoprire il fenomeno dell’imprinting.